Archistart

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In-between. Spazi di simultaneità

ATA2018

Intuire, analizzare, classificare i limiti del waterfront di Catania è stato indispensabile per comprendere quale fosse la strategia da perseguire.
L’obiettivo finale è quello di infrangere ogni barriera e ristabilire la porosità intrinseca della soglia, liberando la percezione degli occhi e della mente da ogni forma di impedimento fisico e concettuale.
Ristabilire il dialogo ad armi pari tra mare e città significa rispettare le peculiarità intrinseche del luogo, comprendere e convivere pacificamente con le sue ostilità, capire come e fin dove spingersi.


Si è scelto di declassare la categoria delle strade di scorrimento principali, dividendo la viabilità per sensi di marcia: da sud a nord sulla SS114 e da nord a sud su via A. De Gasperi. Questo comporta una riduzione della sezione carrabile della litoranea e la conseguente possibilità di realizzare un ampio parco lineare sulla costa. Anche la sezione carrabile della via A. de Gasperi si ridurrebbe, dovendo ospitare le corsie per un unico senso di marcia e la superficie libera diventa uno spazio lineare di verde pubblico, che va a costituire, insieme al parco predetto una vera e propria green belt attorno agli isolati centrali. Ampi spazi aperti fungono da collegamento tra le due fasce e possono essere impiegati all’interno della rete verde progettata allo scopo di favorire l’intermodalità di spostamento. L’idea alla base del parco lavico, avendo ridotto la sezione necessaria al transito dei veicoli, è quella di far riaffiorare la roccia, ripristinando nella misura possibile l’orografia originaria del terreno. La restante superficie sarà adibita a spazi verdi. Il fil rouge dell’intero progetto è la pista ciclabile, per cui è stato pensato un percorso circolare omologo a quello del green belt e che si insinua all’interno dei borghi di Ognina e San Giovanni Li Cuti. Si è voluto con il progetto della pista valicare il limite continuo e permanente del dislivello attraverso dei punti panoramici ove la pista sarà sospesa lungo la costa.


Gli interventi di dettaglio nel disegno generale del parco lavico sono sostanzialmente tre: la passerella, piazza Nettuno e la palestra ipogea. La passerella è una struttura leggera con base in metallo e rivestimento in WPC. Qui si sviluppano due percorsi paralleli: uno sospeso, a livello della strada carrabile e la passarella sul costolone roccioso. Tra due pedane, di cui una a quota +5.70 m s.l.m. e una a quota +6.6 m, è presente una maxi amaca in corda. L’intervento su piazza Nettuno, segue il principio del precedente: a ovest della strada si rimuovono le sovrastrutture che costituivano la base della piazza; a seguito del consolidamento si installa un sistema di pedane che generano, unitamente agli spazi a est della strada, alle fasce verdi e alle aree in ghiaia e terra battuta, una composizione in pianta ispirata per colori e forme alle opere di Kandinsky. Il terzo e ultimo intervento puntuale si trova proseguendo in direzione nord da Piazza Nettuno. Questo tipo di intervento, a causa della particolare morfologia della costa, si distingue dai due precedenti: la sovrastruttura non viene rimossa ma viene resa cava ricavando un grande ambiente polifunzionale, una “stecca”, che si affaccia con una vetrata panoramica direttamente sul mare e che ospita un ristorante e una palestra.



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Sara Sambataro

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