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VACUUM. Progetto per il Museo I. Mitoraj a Pietrasanta

ATA2019

Il progetto per il Museo di scultura I.Mitoraj nasce dal dialogo con il contesto culturale e storico della città di Pietrasanta, da cui ricava misure e rapporti precisi, e dalla volontà comunale di dedicare un luogo di esposizione alle opere dell’artista.
Ci sono due elementi fondamentali generatori dell’impianto. Uno deriva dalla città e dalla Misura: la volontà è infatti quella di contrapporsi al caos della città contemporanea ritrovando nella certezza del Numero l’archetipo fondamentale del progetto. L’altro elemento consiste nel legame con la poetica artistica di Mitoraj, in particolare sul tema del Frammento, del “non-finito” e della perdita dei valori dell’universo classico.


L’area di progetto si trova sul limitare della città storica ed in stretto contatto con essa. Quest’area, a differenza del borgo antico che è caratterizzato da un impianto ordinato e ben definito, un vero e proprio spartito di pieni e di vuoti, è frutto di un’espansione caotica priva di un preciso disegno urbano con residenze sparse alternate ad edifici industriali. Il progetto del Museo di Scultura ha come principio generatore della sua forma la Misura, ricavata dal modulo del braccio lucchese che sta alla base del disegno di Pietrasanta. Partendo quindi dalla forma pura del quadrato in pianta, si è lavorato per successive sottrazioni. Questo è ben evidente anche nella composizione del prospetto, che frammenta il parallelepipedo di partenza generando dei vuoti. La tensione tra pieno e vuoto, tra pesantezza e sospensione risulta essere ben evidente sin dall’esterno. Infatti al basamento e alla monumentale scalinata interamente in marmo si contrappone l’ultimo piano del Museo, uno sbalzo che si protende sulla scalinata e genera un vuoto che indirizza contemporaneamente il visitatore verso Pietrasanta e verso l’ingresso del Museo.


Solo in corrispondenza dell’ingresso la continuità muraria viene interrotta: questo costituisce infatti il cuore del progetto, una vera e propria piramide di vetro scavata che maschera ma allo stesso tempo collega tutti i piani. Superata la hall inizia il vero e proprio percorso museale che consiste in una discesa alla sala inferiore, dove è posta l’esposizione permanente. Il progetto acquista inoltre il suo significato più profondo se osservato in sezione. Risulta così essere composto da una serie di piani che si affacciano e si sovrappongono l’uno sull’altro, generando un percorso di salita e discesa basato sulla scoperta episodica delle opere da punti di vista ed altezze diverse, tramite spazi che talvolta risultano essere bassi, ma che poi si aprono in sale a doppia o tripla altezza. Si generano così, oltre all’ingresso, altri impluvium, che tramite delle aperture in copertura filtrano la luce fino al piano inferiore. Da qui l’esposizione prosegue risalendo ai piani superiori, che si affacciano su quelli sottostanti fino ad arrivare alla grande piastra aggettante in cui termina il percorso museale. In questo ultimo piano si possono trovare spazi per esposizioni temporanee, bookshop, ristorante, auditorium e vari spazi di servizio. Percorrendo quindi quello che esternamente si mostra come il grande sbalzo, camminando in un certo senso “sul vuoto”, si raggiungerà una vista panoramica sulla “Piccola Atene”, tanto cara a Mitoraj, e verso il mare.



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paola taviani

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