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UN FARO PER L’ARTE

ATA2019

Favignana è un’isola della Sicilia, situata ad ovest di Trapani.È il capoluogo ed isola maggiore dell’ arcipelago delle Egadi.
Viene denominata “farfalla” grazie alla sua conformazione, che vede come corpo centrale il monte di Santa Caterina.
Dal punto di vista morfologico l’isola è caratterizzata da scavi di tufo (calcarenite), pietra principale dell’isola, dislocati in tutta l’ala est.
Oggi si presentano come uno spettacolo della mano dell’uomo che incontra la natura nuda e cruda, ma un tempo erano fonte di sostentamento per l’isola intera. Meta dimenticata dai cittadini, ma attrattiva per diversi turisti, è il Forte di Santa Caterina, che domina dall’alto l’isola intera.


Partendo dallo studio delle caratteristiche di Favignana è stata avanzata una proposta di progetto che riconsegnasse il forte all’isola e soprattutto agli isolani, nonchè ai turisti. Il forte deve ospitare artisti, i quali affascinati dalla natura e dall’architettura ne attingono per creare opere, che verranno esposte ed eventualmente vendute agli utilizzatori della struttura pensata sia come ricettiva che come espositiva. Nell'ottica di non autoreferenziare il forte, si è pensato ad un progetto a livello territoriale che creasse un unico percorso alla scoperta delle bellezze architettoniche dell’isola arricchita da opere d’arte ubicate nei punti nodali della città creando una promenade culturale. L’ubicazione di questi “totem” artistici è stata pensata nelle piazze principali del centro cittadino per poi spostarsi in mare e nei pressi dello Stabilimento Florio e continuare lungo la promenade sulla montagna, nei punti di incontro dei due percorsi, per alleggerire la salita. Per rendere possibile l’accesso a tutto il pubblico è stata pensata la progettazione di un secondo percorso che si intreccia con il primo e con una pendenza più lieve, che renda possibile anche la salita in bicicletta.


Il progetto si pone come obiettivo il raggiungimento di un equilibrio tra architettura antica e nuova, rispettando l’imponenza fisica ma anche storica della preesistenza cercando, però, di adattarla alle nuove funzioni richieste dal bando di concorso e rinnovandola con un’architettura di qualità. Il percorsi che accompagnano il fruitore al nuovo Centro Culturale si collegano ad un “ring” che gravita attorno al forte e che vede la creazione di piazze e punti di sosta tutt’attorno. L’architettura che si crea è quindi la fusione di direttrici oblique, così come il forte, ma anche di un modulo che aiuta scandire lo spazio, creando un equilibrio tra regolarità e irregolarità cosi come il forte fa con la natura circostante. Per quanto riguarda le superfetazioni novecentesche sul tetto del forte e a fianco nel lato nord, si è pensato di demolirle e ricostruirle cambiandone l’estetica. La finitura degli edifici sarà in cemento sabbiato faccia vista a getti discontinui, che simulano gli strati di terreno e seguono i filari dei blocchi di tufo della preesistenza. Le due architetture sopra al forte saranno adibite a ristorante che vede l’aggiunta di una struttura metallica su cui poter montare dei tendaggi per creare zone d’ombra. L’edificio distaccato diventa la casa degli artisti che decidono di pernottare in questo luogo ispiratore per creare nuove opere d’arte.



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A.D.

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