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New Bauhaus: un’accademia d’arte come estensione del Bauhaus Archiv di Gropius a Berlino

ATA2022

Nel 2019 è stato celebrato il centenario della fondazione del Bauhaus. In previsione di questo evento la città di Berlino ha promosso, nel 2015, un concorso di progettazione con lo scopo di ampliare l’edificio del Bauhaus Archiv di Gropius. Attraverso la nostra tesi abbiamo ripreso l’idea del bando, estendendo l’area di progetto fino a Villa von der Heydt e proponendo una differente destinazione d’uso: un’accademia d’arte, memore di ciò che fu il Bauhaus nel corso del ‘900, diventa ampliamento dell’edificio esistente, con una casa dello studente che completa l’isolato adiacente.


L’area di progetto, sulla riva del Landwherkanal, è risultato di processi quali la Seconda Guerra Mondiale, l’IBA e il Planwerk Innenstadt. Qui troviamo l’Archivio: una macchina architettonica le cui parti lavorano all’unisono. L’analisi della città e delle rive dei canali ha evidenziato la presenza di numerosi esempi di aree verdi lungo la Sprea, connotata da ampli spazi aperti e dolci declivi erbosi, e lungo il Landwherkanal, dove, invece, è prevalente il tema della linearità del verde, con passeggiate e filari alberati che in alcuni punti si aprono creando anse di maggiori dimensioni. Il progetto dell’accademia, attraverso un edificio ipogeo, diviene la giustapposizione di spazi pubblici pavimentati a quote differenti e grandi spazi verdi, creando un paesaggio urbano dinamico e consentendo la naturale prosecuzione del parco della Villa lungo l’argine. Sottrarre anziché aggiungere: due piazze ribassate sono i poli attorno cui si sviluppano l’area didattica, con aule normali, gradonate e laboratori, e l’area amministrativa con i servizi comuni. Due volumi di cristallo si incastonano tra Von der Heydt Straße e il parco pubblico di progetto, diventando punti di accesso principali ai piani inferiori. L’edificio verso ovest ospita la portineria dell’accademia e diventa spazio per installazioni temporanee, mentre il volume vetrato tra la villa e l’archivio è l’ingresso alla caffetteria.


Parallelepipedi di vetro traslucido divengono elementi tridimensionali che emergono dal parco; vuoti sottostanti a doppia altezza consentono alla luce di penetrare fino alle aule ipogee. Grandi patii incavati consentono, invece, un affaccio verso l’esterno ai laboratori e agli spazi distributivi fino al secondo piano interrato. Una galleria vetrata funge da collegamento tra gli interrati dell’archivio e le due ali dell’accademia, ampliando gli spazi di consultazione. Tra l’archivio e la villa si trovano le funzioni collettive come la caffetteria, gli uffici e lo spazio dell’auditorium, fungente anche da sala per eventi per la Fondazione del Patrimonio Culturale Prussiano che ha sede proprio in Villa von der Heydt. Un tunnel ipogeo collega l’accademia allo studentato, e, proseguendo con un grande atrio a tutt’altezza su cui affacciano i ballatoi delle camere, attraversa l’edificio terminando con una scala monumentale verso la corte dell’isolato. La facciata dello studentato riprende gli allineamenti, ma si distingue per la sua leggerezza. Una torre di vetro traslucido collega le funzioni pubbliche del basamento alle residenze, fino alla palestra del piano attico, fungendo da spazio polifunzionale. L’obiettivo è stato progettare un edificio che convivesse con la preesistenza valorizzandola e sviluppando un’identità architettonica indipendente. Un’opera compatibile col tessuto urbano, che preserva le qualità sperimentali che contraddistinguono da sempre l’ideologia “Bauhaus”.



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Bertazzon Stocco Taiariol

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