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La scuola come nuovo valore_Valorizzazione del sito archeologico dell’acropoli di Volterra

ATA2019

La città si presenta oggi con un centro storico a detta dei cittadini “piccolo e prezioso come una perla” ma anche “chiuso e morto” perché manca di luoghi aggregativi, attività culturali e come unico elemento di sostentamento economico possiede il turismo. L’area d’intervento si trova nella parte più alta e quindi più densa di valore della città, l’acropoli infatti (la città-alta) era il luogo che si destinava alla nascita dell’insediamento, al culto, ed i reperti archeologici qui trovati testimoniano come anche a Volterra l’acropoli fosse adibita a queste funzioni (è presente anche un muro di cinta franato qualche anno fa) e con un valore preciso: proteggere la città; oggi invece vi si trova il castello per spiccare e dominare il paesaggio


Due domande si pongono allora: quale edificio oggi sarà più adatto per la città? Quale valore dare a questo luogo denso di storia, di valori sociali, di continuità? Nel mondo di oggi l’odio, la corruzione, il disprezzo dilagano e per curarlo c’è bisogno di educare le nuove generazioni a diventare prima di tutto uomini virtuosi e cittadini liberi e consapevoli; una scuola quindi che genera capitale umano, questi sono i valori ed i luoghi di cui necessitiamo maggiormente oggi. Non un museo per congelare e raccontare il valore sociale che quest’acropoli ha sempre avuto per la città ma una scuola che diventi essa stessa il valore sociale e vivo per i cittadini che la utilizzeranno. Una scuola e sala universitaria anche per fare ricerca, per formare persone competenti, per dare la possibilità a Volterra (come molti altri paesi italiani) di vivere non solo di turismo ma anche di infrastrutture che permettono alla città di auto-generare capitale economico, per permettere così alle nuove generazioni di esaudire il loro desiderio: avere reali opportunità di rimanere nel luogo dove sono nati. Infine una biblioteca al piano terra aperta a tutta la città come nuovo luogo di socialità. Un’architettura che desidera abitare un luogo (sempre diverso ed unico), che desidera inserirsi in un tempo (che è in continuità) e desidera essere strumento per il benessere fisico e psicologico dell’uomo.


L’intervento si presenta così all’interno di una passeggiata che parte da chilometri di distanza, dove compare una Volterra incoraggiata da una scuola, si prosegue poi su di una scala monumentale (e ascensore) e, passando attraverso il tempo testimoniato dai reperti restaurati, si termina ai piedi dell’edificio, il quale si accosta alle rovine per valorizzarle e contribuire alla stratificazione di questo sito denso di continuità storica. Sulla soglia d’ingresso ci si accorge che l’edificio si compone di due elementi: un nucleo centrale che contiene la scuola ed un “vestito” che le da un carattere; in mezzo, tra l‘esterno e l’interno, rimane un luogo con vasche d’acqua e passerelle che apparentemente non ha funzione o valore compositivo se non quello di essere stato pensato per l’uomo, per il suo riposo, per il suo stupore, per il suo benessere. Le soluzioni tecniche ed i materiali sono tradizionali ma per questo motivo mai come oggi innovativi e necessari in un mondo che usa sempre più elementi plastici ed a forte impatto ambientale. Legno e pietra permettono all’edificio, finito il suo ciclo di vita, di tornare a far parte del terreno nel rispetto dell’ambiente proprio come l’archeologia accanto a loro, inoltre sono materiali del luogo che consentono sia di abbattere i costi (compresa la scelta di utilizzare tecniche a secco per ridurre i tempi di realizzazione) che di inserire l’edificio con armonia ed umiltà nel paesaggio.



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