Archistart

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Baia del Re

ATA2020

Il progetto di tesi affronata il tema degli edifici abbandonati, in quanto luoghi non utilizzati, lasciati allo scorrere del tempo, senza avere una seconda possibilità. La proposta finale è il risultato di un percorso conoscitivo e creativo che ha cercato di comprendere ed interpretare una realtà urbana, un quartiere, una villa abbandonata per arrivare ad una riprogettazione dello spazio, della storia e della vita sociale. L’obiettivo del progetto si basa sulla riqualificazione di una villa con una chiave di lettura vicina al sociale, come la progettazione di spazi multifunzionali dedicati alla cultura, alle politiche sociali, alla produzione artistica e culturale.


L’input progettuale dell’elaborato di tesi ha avuto origine dalla grande ricerca svolta sul quartiere in cui si trova lo stabile. Il complesso necesita di un intervento di rifunzionalizzazione e di riqualificazione significativo. Uno dei primi obbiettivi imposti dalla ricerca e dalla posizione urbana è che possa dare vita ad un centro di alto valore in modo da diventare un punto nevralgico per il quartiere e per le persone che ci vivono. Dopo aver visulizzato attentamente la storia dell’immobile e la sua posizione all’interno dell’impianto urbano, si nota come lo spazio costituito dall'area verde e dai tre edifici abbia enormi potenzialità sia locali che a scala urbana. Per riuscire a portare in vita un posto dimenticato e in una zona le problematiche tipiche della periferia, bisogna andare a collaborare con i "pensieri dei cittadini", con la storia e con una visione futura del posto. Proprio per questo motivo è importante creare un polo culturale, dove tutte le culture del posto possano sentirsi a casa, un posto dove non ci siano separazioni o discriminazioni, un punto di snodo di tutte le conoscenze. Ma anche centro di valorizzazione del territorio e delle tradizioni, facendo riferimento alle realtà nazionali e internazionali, portanto il quartiere ad una realtà più “smart”. Punto focale di tutto il progetto è l’esaltazione del lavoro agricolo, il quale era presente nella zona, ma è poi scomparso a causa della grande crescita di case popolari.


Un modo per avvicinare le persone del passato e quelle del presente, in una nuova visione. I soggetti più importanti per far si che il percoso sia efficace e duraturo sono proprio i bambini, in quanto accomulatori di nuove conoscenze e di scoperte, per forgiare una nuova identità al quartiere Stadera. Saranno proprio i bambini i principali protagonisti delle attività, dove potranno apprendere e divertirsi allo stesso tempo . Nell’ex fabrica verrà insediata una nuova funzione, quella di fattoria didattica: essendo prima studio medico di veterinaria, si riavvicina al suo scopo primario, per far comprendere i diversi meccanismi che si sviluppano dietro al lavoro della fattoria e riportare i bambini ad una relazione più umana e vicina alla terra, in una metropoli che forse piano piano sta riscoprendo. Focus del percorso è quello di vivere a contatto con un paesaggio e con specialisti in grado di innalzare il valore di una semplice esperienza nel verde. Oltre al grande mondo della fattoria all’interno del complesso, si apriranno altre iniziative sempre correlate al sapere condiviso: come il museo di comunità che mostrerà alle nuove generazioni la storia del posto e dei suoi abitanti, uno spazio di divulgazione e di diffusione del sapere, all’interno del quale prendono forma varie funzioni: l’esposione permanete e temporanea, i laboratori didattici, la biblioteca, una sala conferenze e un piccolo bar.



The Board:
Baia del Re Board

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Beatrice Bottini

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