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Missioni Frontex nel Mediterraneo

Frontex è un organismo europeo che nasce nel 2004. Sin dall’inizio della sua piena operatività, i confini marittimi meridionali dell’Europa sono stati teatro delle più grandi operazioni congiunte mai svolte. Il controllo del Mediterraneo è sempre stato una priorità per Frontex, soprattutto a causa della particolare situazione in cui versano le coste di Italia, Spagna e Grecia che rappresentano sostanzialmente il confine meridionale dell’Europa e dell’Unione. Il maggior numero di operazioni congiunte sono state effettuate nel Mediterraneo a partire dal 2006, con l’obiettivo di “regolare” la crisi migratoria.


Ogni missione congiunta è condotta con un obiettivo che di volta in volta viene presentato dallo Stato membro in difficoltà (paese ospitante): l’operazione può dirsi conclusa solamente al raggiungimento dell’obiettivo. Le gran parte delle operazioni svolte ha una specifica data di inizio ma non di conclusione poiché alcune missioni definite temporanee spesso vengono attuate a fasi alterne o, se ritenuto strettamente necessario, possono diventare missioni permanenti. L’afflusso dei migranti negli ultimi anni si è concentrato nel Mediterraneo centrale anche a seguito del vuoto di autorità creatosi in Libia con la morte di Gheddafi nel 2011 durante la cosiddetta primavera araba. Il soccorso in mare è regolato, in maniera operativa, da una convenzione firmata ad Amburgo nel 1979 che stabilisce le cosiddette zone Sar (Search and Rescue), fissate di comune accordo. La Sar italiana si estende poco a sud della nostra penisola (non comprende Lampedusa) sovrapponendosi in parte a quella maltese. La Sar non influenza minimamente la sovranità o la giurisdizione degli Stati, ma Malta ne ha fatto spesso una questione di prestigio, dichiarandosi responsabile per una zona che è estesa 750 volte il suo territorio. Il «porto sicuro» per chi viene tratto in salvo in zona Sar maltese è identificato con quello più vicino, vale a dire quello di Lampedusa, quindi i migranti soccorsi in area Sar maltese vengono sbarcati in Italia. Nella zona Sar libica il porto sicuro verso cui vengono portati i rifugiati non è né un porto del paese Sar né il porto più vicino ma un porto italiano, anche nel caso in cui a trarre in salvo i migranti sia una nave battente bandiera straniera. Contestualmente alla confusione politica in Libia l’Italia ha esteso la competenza e quindi le operazioni di salvataggio anche all’area Sar libica. Attualmente l’attenzione è concentrata nel Mediterraneo centrale e per forza di cose investe in primo luogo l’Italia. Assieme alla Guardia Costiera operano nella SAR italo-libico-maltese numerose ONG di diverse nazionalità. Al momento sono 5 le quelle dotate di navi per il salvataggio in mare dei migranti che tentano di arrivare dalla Libia all’Europa. Il loro operato è spesso oggetto di discussione dagli esponenti più estremisti della politica non solo italiana.


NOTE SULLA REALIZZAZIONE DELLA MAPPA E FONTI La mappa è stata realizzata a partire dallo shapefile dei poligoni del mondo di naturalearthdata.com basandomi sulle seguenti fonti indicate. Ad ogni missione Frontex corrisponde un gruppo di layer che contiene: un .shp puntuale che indica l’area in cui è attiva la missione, due .shp poligonali stilizzati con centroidi che indicano rispettivamente i paesi ospitanti e partecipanti alla missione, un .shp puntuale ottenuto calcolando i centroidi del file di input che indica i paesi di provenienza dei migranti rilevati durante quella specifica missione. Altri layer (es. naufragi.shp che rappresenta due dei più gravi naufragi avvenuti nel Mediterraneo) sono stati realizzati sulla base di informazioni rivenute nella bibliografia. La batimetria del Mediterraneo è stata scaricata in tiles formato .kap e successivamente unita tramite fusione, stilizzata in due modi (hillshade e scala monocromatica); il traffico marittimo è stato scaricato in formato .tif e stilizzato. Le aree SAR sono sono state ricalcate da un file .jpg di fonte nota [4] e stilizzate in base alla tabella degli attributi popolata opportunamente. Scopo dell’elaborato è rappresentare lo storico delle missioni di Frontex nel Mediterraneo dal 2006 ad oggi mettendo in luce quali paesi hanno preso parte alle operazioni congiunte e in che misura; conclusione collaterale è che le informazioni disponibili su questa tematica sono poche, spesso contraddittorie e difficilmente reperibili, inoltre non esiste un archivio accessibile strutturato (i dati di UNHCR risalgono al 2014). Maggiore accessibilità potrebbe mutare sensibilmente l’opinione pubblica mostrando la situazione a scala maggiore sotto un’altra luce. Fonti: [1] G. Crescenzi (2016), Frontex e le operazione congiunte nel Mediterraneo: da Mare Nostrum a Triton [2] IOM (2010), Fatal journeys: tracking lives lost during migration [3] Batimetria e traffico marittimo [http://www.emodnet.eu] [4] UNHCR, Operational Portal Refugees Situation: Mediterranean Situation [https://data2.unhcr.org/en/situations/mediterranean] [5] MRCCR, Attività Sar nel Mediterraneo Centrale connesse al Fenomeno Migratorio [http://www.guardiacostiera.gov.it/attivita/ricerca] [6] L. Melissari (23/06/2018), The Post Internazionale, Ong nel Mediterraneo: quali sono, come operano e chi le finanzia [https://www.tpi.it/2018/06/23/ong-mediterraneo-quali-sono-chi-le-finanzia/] [7] L. Canali (10/08/2016), Limes, Il canale di Sicilia e le Sar [http://www.limesonline.com/il-canale-di-sicilia-e-le-sar/93472?refresh_ce]

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Chiara Ferrario

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